Avrò cura di te

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Finalmente l’ho detto. Anzi no, l’hai detto tu. Ho navicelle spaziali pazze e giostre anarchiche, dentro. Ecco perché cerco fuori. Che cosa, non ha mai avuto troppa importanza. L’importante è fuggire. E allora come si fa a trasformare in una strada la confusione spaventata delle nostre orme? Come si fa a trasformare quel fuggire in un andare?

[…]
Ma io ti terrò sempre una mano sul cuore, affinché la paura non ti paralizzi, e una sulla testa, affinché la disperazione non ti abbatta.

Tratto da Avrò cura di te, di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale

Libri che leggono pezzi di vita. Risposte da tenersi in tasca per domande disordinate da lasciare un attimo a germogliare.

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