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Perchè psicologia?

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La psicologia è una scienza poco soddisfacente.

Confrontando il vasto corpo di fatti  sistematizzati e riconosciuti in fisica con quelli della psicologia, si potrebbe dubitare dell’opportunità di insegnare questa disciplina a chiunque non fosse interessato a divenire uno psicologo professionista; si potrebbe persino dubitare dell’opportunità di formare psicologi professionisti.

Tuttavia, quando si considera il contributo potenziale che la psicologia può dare alla nostra comprensione dell’universo, lo scetticismo potrebbe decadere.

La scienza è spesso dissociata dalla vita.

 Il matematico necessita di una fuga dall’aria sottile delle sue astrazioni, per quanto belle queste siano; il fisico vuole godere di suoni soffici, dolci e melodiosi, che sembrano rivelare misteri che sono nascosti sotto il sipario di onde, atomi ed equazioni matematiche; anche il biologo, la Domenica, ama godere del comportamento stravagante del suo cane, senza l’ostacolo delle sue convinzioni professionali secondo cui in realtà quei comportamenti altro non sono che una catena di riflessi di tipo meccanico.

La vita diventa un volo dalle scienze, la scienze un gioco. E perciò le scienze abbandonano il loro scopo di occuparsi di tutto l’esistente.  

Se la psicologia può indicare la via dove scienza e vita si incontrano, se può porre le fondamenta di un sistema di conoscenze che conterrà sia il comportamento di un singolo atomo, sia quello di una ameba, un ratto bianco, uno scimpanzè, e quello di un uomo, con tutte le peculiari attività di questo ultimo e che noi chiamiamo condotta sociale, musica e arte, letteratura e drammaturgia, allora il fare la conoscenza di una simile psicologia dovrebbe valere la pena e ripagarci del tempo e dello sforzo speso nella sua conoscenza.

 

Kurt Koffka, 1935